martedì 20 aprile 2010

I dormiglioni

Gli animali che cadono in latargo sono quasi tutti mammiferi, gli unici che accumulano grasso. Il primato va certamente alla marmotta e il ghiro che attraversano l'inverno in un sonno così profondo da sembrare morti. Non è un caso che siano stati presi, ad esempio, per indicare qualcuno che dorme molto profondamente:"dormi come un ghiro!","sei proprio una marmotta!" sono modi di dire che hanno un fondamento nella realtà della natura. Ma ci sono molti altri animali che cadono in letargo: il riccio, ad esempio, i pipistrelli o il procione. L'orso bruno, come altri della sua famiglia, non cade in un letargo vero a proprio, ma in uno stato di torpore,di dormiveglia, che non modifica molto l'attività corporea. Ciò nonostante, resta a lungo nella tana, senza mangiare, e ne esce affamato, in primavera. Quelli che mancano del tutto sono gli uccelli. Il loro metabolismo è troppo veloce per permettere loro di sopravvivere senza mangiare continuamente. E, d'altra parte, non potrebbero "metter su grasso" come fanno i mammiferi:sarebbe ben difficile riuscire a volare con tutta quella ciccia!

Curiosità

Lo squalo toro è una delle tante specie esistenti tipo lo squalo balena ,lo squalo tigre e lo squalo serpente che è lo squalo più antico esistente precisamente è stato trovato in Giappone e lo chiamano lo squalo "preistorico". Invece lo squalo toro è l'unico squalo mammifero, spesso il cucciolo che nasce mangia il fratello o i fratelli

Alessandro P. Davide D.

Spugne di mare

Questo video è stato girato a Taormina, nei fondali vicini alla Grotta Azzurra. Rappresenta stupende spugne marine tra coralli arancioni e margherite di mare.

lunedì 19 aprile 2010

Esemplari di mammiferi marini


Questo video mostra dei magnifici esemplari di mammiferi marini. Le foche trascorrono gran parte della loro vita in mare. Per riprodursi, però, raggiungono le coste e scelgono di tornare negli stessi luoghi ogni anno.

domenica 18 aprile 2010

Mamma e papà - il vantaggio di essere superiori

A parte alcune rare eccezioni, a prendersi cura dei piccoli sono quasi esclusivamente gli animali dal comportamento complesso come i mammiferi o gli uccelli. Già fra i rettili i genitori che si disinteressano delle uova diventano numerosissimi, e questo comportamento è la norma fra gli invertebrati e gli animali con fecondazione esterna. Non solo: si può dire che più è numerosa la prole, più i genitori se ne disinteressano: i ricci di mare, per esempio, possono generare milioni di figli, ma di certo non se ne danno alcuna pena. I mammiferi, invece, possono anche farne uno solo, di figli, e lo curano per anni, insegnandogli mille cose, coccolandolo e proteggendolo finchè non è in grado di vivere la sua vita di adulto.

Questo video mostra una mamma puma che difende il suo cucciolo.

mercoledì 14 aprile 2010

Organi e nutrizione aracnidi

Nutrizione, digestione ed escrezione [modifica]

Nutrizione [modifica]

Uno Xysticus che paralizza una mosca

Nei ragni i cheliceri sono indispensabili per la nutrizione: sono costituiti da un segmento basale e da uno terminale a forma di artiglio o di zanna. Caratteristica unica fra i chelicerati è la parte terminale dei cheliceri, la punta della zanna, che viene adoperata dalla maggior parte delle specie per inoculare il veleno secreto dalla ghiandole velenifere.[7] La dimensione di queste ghiandole varia a seconda delle diverse famiglie: in alcune mancano del tutto, in altre coinvolgono ampie sezioni della parte anteriore del prosoma. Le ghiandole sono costituite in genere da una parte epiteliale con funzione escretrice e sono avvolte da un rivestimento le cui contrazioni consentono lo sgorgare di goccioline di veleno all'interno dei cheliceri fino alla base delle zanne.[23] L'unica famiglia di ragni completamente sprovvista di ghiandole velenifere è quella degli Uloboridae.[24] I due pedipalpi sono più corti delle zampe e formati da sei segmenti; alla base hanno dellegnathocoxae usate come mascelle per tenere ben stretto il cibo, coadiuvarne la triturazione, la liquefazione e infine l'assimilazione. [25]

Digestione [modifica]

Nell'ambito degli aracnidi,[14] i ragni hanno un intestino alquanto stretto, che può ricevere solo cibo in forma liquida, e due serie di filtri appositi per trattenere all'esterno qualsiasi particella di cibo solido, per quanto piccola.[7] Essi utilizzano, uno alla volta, due sistemi diversi per digerire il cibo esternamente prima di ingerirlo.

Aculepeira armida sta avvolgendo una cicala nella seta per potersene cibare in seguito

Alcuni pompano enzimi digestivi dal mesentere nella preda e poi succhiano i tessuti liquefatti della preda stessa nell'intestino; quindi abbandonano l'esuviavuota della preda composta in genere di materiali troppo duri e non digeribili. Altre specie di ragni macinano prima la preda spappolandola con la parte terminale dei pedipalpi e i cheliceri, utilizzando sempre gli enzimi digestivi per facilitare l'assimilazione. In queste specie sia i cheliceri che la base dei pedipalpi sono posizionati in modo da formare una cavità antecedente la bocca vera e propria.[7]

Lo stomaco, posto nel cefalotorace, funziona come una pompa che spedisce il cibo sempre più all'interno del sistema digestivo. Il mesentere è ricco dipunti ciechi per la digestione, compartimenti senza uscita dove vengono estratti i nutrienti dal cibo ingerito. La maggior parte di essi si trova nell'addome in cui è preponderante il sistema digestivo, ma alcuni sono situati anche nel cefalotorace.[7]

Escrezione [modifica]

La maggior parte dei ragni converte i prodotti di scarto delle varie attività fisiologiche in acido urico, che può essere espulso come materiale asciutto. I tubuli malpighiani sono deputati ad estrarre questi prodotti di scarto dal sangue nell'emocele per poi scaricarli nella borsa cloacale, da cui vengono espulsi attraverso l'ano.[7] La produzione di acido urico e la rimozione degli scarti attraverso i tubuli sono caratteristiche evolutesi indipendentemente in vari rami di artropodi per conservare l'acqua e consentire loro di sopravvivere in ambienti in cui essa è un bene raro e prezioso;[26] tra le varie strutture preposte all'escrezione, i tubuli malpighiani degli insetti e degli aracnidi si sviluppano da parti completamente diverse dell'embrione.[14] Comunque alcuni ragni primitivi dell'ordine Mesothelae e del sottordine Mygalomorphae, conservano inefridi (piccoli reni) del presunto artropodo progenitore ancestrale,[7] le cui funzioni sono simili a quelle dei reni umani: adoperano infatti un certo quantitativo di acqua per espellere prodotti di scarto azotati quali l'ammoniaca.

Sistema nervoso centrale [modifica]

Il sistema nervoso centrale di base di un artropodo è costituito da un paio di fasci di nervi che corrono lungo l'intestino con gruppi di gangli come centri di controllo locali nei vari segmenti del corpo, e da un cervello formato dalla fusione dei gangli dei segmenti della testa posti davanti e dietro la bocca, in modo tale che l'esofago è circondato da questi conglomerati di gangli.[27] In particolare possiamo distinguere un ganglio sopraesofageo, più piccolo, che riceve informazioni dagli ocelli e da altri organi di senso, ed ha la funzione di elaborare e integrare gli stimoli esterni e poi, tramite i neuroni con cui è connesso all'altro ganglio, coordinare una risposta. L'altro ganglio, che prende il nome di ganglio sottoesofageo, posto nella parte bassa del cefalotorace, è l'insieme dei gangli delle varie appendici ed ha la forma di una stella a più punte; questo ganglio prosegue il suo cammino nell'opistosoma attraverso un minuscolo cordoncino, innervandolo, ed ha come funzione principale il coordinamento motorio dell'animale.[28] [29] Ad eccezione dei primitivi Mesothelae, dei quali i Liphistiidae è l'unica famiglia sopravvissuta, i ragni hanno il sistema nervoso centralizzato tipico degli Aracnidi: i gangli di tutti i segmenti nella parte posteriore dell'esofago sono fusi, in modo che il cefalotorace è riempito in massima parte da tessuto nervoso e non vi sono gangli nell'addome.[27][14][7] Nei Mesothelae, invece, i gangli dell'addome e della parte posteriore del cefalotorace sono separati e distinti.[22]

Organi di senso [modifica]

Ocelli [modifica]

Nei ragni salticidi il paio centrale degli ocelli è molto acuto; il paio esterno funge da vista secondaria, come pure le restanti due paia di occhi posizionati sui lati e in cima alla testa.[30]

La maggior parte dei ragni ha quattro paia di occhi nella parte frontale del cefalotorace, posizionati in schemi (detti patterns) che variano da una famiglia all'altra.[7] Il paio posizionato sulla fronte è del tipo chiamato ocelli pigment-cup (contenitori del colore), che nella maggior parte degli artropodi servono solo ad individuare la direzione dalla quale arriva la luce, adoperando l'ombra proiettata dalle superfici negli ocelli stessi. In ogni caso gli occhi principali della parte frontale delle teste dei ragni hanno la capacità di formare delle immagini abbastanza nette e distinte.[30][31]

Gli ocelli laterali si pensa siano derivati dagli occhi composti dei chelicerati più primitivi, ma non hanno le suddivisioni in sfaccettature tipiche di quelli degli altri invertebrati. In molti ragni questi ocelli secondari rilevano la luce riflessa diversamente dagli occhi principali tramite untapetum lucidum riflettente; ad esempio, ciò fa sì che al buio gli occhi dei ragni-lupo vengono rilevati dalla luce riflessa di una torcia proprio grazie ai tapeta. D'altra parte, gli occhi secondari dei ragni salticidi non hanno traccia alcuna di tapetum.[7]

Pattern oculare del ragnoAccola lewisi

L'acutezza visiva dei ragni salticidi supera di un fattore dieci quella delle libellule che sono, fra gli insetti, quelli che vedono meglio. In effetti l'occhio umano, per quanto complesso, è solo cinque volte più acuto di quello di un ragno salticida. Questi ragni riescono ad avere una vista così acuta grazie ad una serie di lenti, una retinacomposta di quattro strati e l'abilità di girare dappertutto i loro occhi integrando le immagini di tutti in una sola. L'unico difetto di tutto questo processo di scansione ed integrazione di immagini è di essere relativamente lento.[5]

Cuticola e peli [modifica]

Come si verifica con altri artropodi, la cuticola, per sua stessa natura, bloccherebbe la maggior parte degli stimoli sensoriali provenienti dall'esterno, a meno che la stessa cuticola non sia permeata di piccoli organi di senso che colleghino l'esterno del corpo col sistema nervoso. Infatti i ragni ed altri generi di artropodi hanno modificato la struttura della cuticola in modo da poter ricevere stimoli dall'esterno e potervi reagire. Vari sensori di tatto, in modo particolare peli di varie forme chiamatisetae, sono sensibili a vari livelli di pressione, dalla brezza leggera delle correnti d'aria ad un contatto pressorio di una certa forza. Altri sensori di tipo chimico consentono di sopperire alle nostre funzioni di riconoscimento degli odori e dei sapori, spesso dalla parte mediana delle setae. [30] I ragni hanno anche nelle giunture dei loro arti dei sensori particolari in grado di percepire vibrazioni anche di piccola entità. Nella costruzione delle ragnatele, tutte le informazioni supportate da questi sensori meccanici e chimici sono più importanti della vista stessa, mentre è la vista acuta a prevalere come importanza sugli altri organi di senso nei ragni che cacciano attivamente.[7]

Come nella maggior parte degli artropodi, i ragni mancano di organi preposti all'equilibrio e all'accelerazione e contano esclusivamente sulla vista per stabilire di volta in volta dove è su e dove è giù. I propriocettori degli artropodi, cioè quegli organi di senso che portano informazioni sul grado di forza applicata dai muscoli e sul grado di curvatura delle varie giunture delle zampe, sono attivi e funzionali. D'altra parte, poco è noto su altri tipi di sensori interni che ragni e artropodi potrebbero avere.

Alessandro.A

Il movimento della chiocciola

Vedete come le chiocciole muovono i tentacoli?
quelli sopra portano all'estremità degli occhi e con quelli sotto raschiano il fondale.
Tutti i tentacoli sono sempre in movimento.

Francesca L.